Meno male che ci sei - Sinossi

Un Film bellissimo per gli appassionati del genere sentimentale, basato sull'omonimo romanzo rilasciato solamente 2 anni prima. La trama ruota attorno ad allegra, una ragazza giovane come tante altre che sta per vivere una tragedia che la segnera per sempre. Fortunatamente qualche volta i mali non vengono per nuocere e, Allegra fara conoscenza dell'amante di suo padre, diventandone fedele amica e ricevendo l'aiuto ed il supporto necessario per superare un brutto incidente aereo che le ha fatto perdere qualcuno di molto caro. Un film bellissimo che strappa anche qualche lacrima, percio preparate i fazzoletti!

Okja il Film - Recensione

Ammesso e non concesso che parlando di un film come Okja toccherebbe scomodare ben altro che i semplici mezzi di critica cinematografica in stile CB01 per insediarci negli impervi mari che concernono il modo di fruizione e percezione dell'immagine, per questa volta metteremo da parte le polemiche dell'ultima edizione del Festival di Cannes concentrandoci sul contenuto anziche sulla forma. Nonostante tutto sara quasi impossibile dividere le due cose poiche, proprio per il contenuto prima citato, la forma potrebbe non bastare. Il regista di Snowpiercer e Memories of Murders si prende l'onere e la responsabilita di portare in concorso il primo film di Cannes che non uscira nelle sale cinematografiche, ma solo sulla piattaforma Netflix. Il problema piu grande e che Okja, nella sua struttura e nella sua composizione, e il film peggiore che si possa vedere su un pc o un tablet. Le piattaforme digitali come Netflix sono il futuro e il cinema ha poco da aver paura. Ci sono immagini ed immagini e sara sempre e solo lo spettatore a decidere da quali di esse vuole essere investito. L'ultima fatica di Bong Joon-ho e una favola ambientalista dai toni a tratti ironici. La fantapolitica di fondo e la profonda critica sociale gia presente in Snowpiercer sono ormai il suo tratto distintivo e nonostante la semplicita del tema trattato la firma autoriale si sente eccome.

Forse Okja pecca del necessario realismo che necessita la lotta ambientalista, un po' come aveva invece fatto Richard Linklater in Fast food nation undici anni prima, ma il regista sud-coreano lo sa. La sua attenzione non e puntata sul terrorismo ambientalista o sulle multinazionali senza scrupoli: questi due gruppi sono infatti disegnati sullo schermo in maniera quasi macchiettistica e caricaturale, come fossero due bambini che si azzuffano. La vera forza del film non sta nemmeno nel finale o nel rapporto tra la bestia e la ragazza protagonista; d'altronde abbiamo visto questo aspetto sul grande schermo in King-Kong, E.T. e nel piu nostalgico The Iron Giant (e tantissimi altri).

La potenza del film sta nel concetto di umilta. Umilta da parte degli attori piu quotati (fantastico il trio Tilda Swinton - Giancarlo Esposito - Jake Gyllenhaal ) nel non uscire fuori dai confini consentiti. Nessuno di loro infatti prevale sull' altro, creando un'armonia perfetta. Umilta nei confronti della storia, semplice, efficace e soprattutto ciclica. Il regista ci guida nella natura selvaggia, ci mostra i grattacieli e i centri commerciali e poi torna di nuovo dentro la natura. Come il ritorno alla vita di Snowpiercer anche qui sembra che Bong Joon-ho voglia dirci qualcosa: qualunque strada l'uomo prendera, il suo posto restera sempre quello, tra i fiumi, tra gli alberi.

L'umilta della protagonista, sempre silenziosa ma abile nel saper padroneggiare una recitazione ridotta all'osso, ma anche pesante nei suoi risvolti politici, diventa simbolo di una semplicita che fa onore al viaggio dell'eroe che parte, lotta e ritorna a casa. Ma il concetto di ciclicita lo troviamo anche nell' ideologia del film che ci mostra, in una maniera che solo all' apparenza sembra elementare, la fragilita di un sistema produttivo che si autodistruggera con le sue stesse mani. Ed e quello che accadra al cinema se si ostinera a combattere una battaglia che, in parte e purtroppo, e gia persa in partenza. Il futuro e lento ad arrivare, ma per quante deviazioni ci ostineremo a prendere, e gia scritto. E in cuor nostro lo sappiamo.

Collateral Beauty - La Recensione

Collateral Beauty: un titolo tanto accattivante quanto incerto, e poi le premesse filosofiche, i concetti astratti di morte, tempo e amore, un cast di superstar, il fascino di New York, l'atmosfera natalizia. C'era tutto, ma davvero tutto per realizzare un prodotto discreto e godibile, un dramma corale agli sgoccioli di un anno benedetto da grandi film, molti dei quali americani, e invece. Costruito su basi assai fragili, sviluppa il suo macchinoso procedere intorno alla tematica del lutto e su come la perdita di una persona cara possa rivelare scenari inediti, riflessioni esistenziali mai affrontate prima; e se tra pochi mesi avremo l'onore e la fortuna di assistere ad un'opera magistrale e potente come Manchester by The sea (stesso tema, diverso il racconto), davanti a Collateral Beauty cresce solo l'imbarazzo, per l'insensato spreco di risorse (a partire dagli attori), per il disperato tentativo di rendere vendibile un film sbagliato da qualsiasi punto di vista grazie al carisma di Will Smith, smarritosi per strada chissa dove. Alla regia c'e il David Frankel de Il diavolo veste Prada, allora perfettamente centrato nel gestire i ritmi della commedia, ma aiutato da una sceneggiatura brillante e personaggi ben delineati. Manca in Collateral Beauty l'affetto e la cura dei dettagli, una pietanza troppo ricca e senza direzione, nella quale Frankel si limita ad assecondare il disastro con riprese scialbe su New York, mai cosi impersonale, gelida e assente nella vita del film. Il reparto artistico compie un altro salto suicida con gli attori: Smith non pervenuto, alterna lunghi silenzi ed espressioni monotone, mentre Edward Norton e Kate Winslet tentano inutilmente di dare spessore a battute improbabili, come lo sono le motivazioni dei loro personaggi. Forse nella forma, e nel colore degli abiti, Helen Mirren e Keira Knightley sono la nota dolce in una sinfonia stonata, entita astratte di un dramma che non risponde ai quesiti intavolati ne sorprende grazie al plot twist finale. I novanta minuti piu sofferti dell'anno, uno spettacolo imbarazzante che non riconosce la bellezza, figuriamoci quella 'collaterale' del titolo, mistero irrisolto tra le parole della canzone degli One Republic sui titoli di coda. 'Let's hurt tonight': ecco, facciamoci del male.

Meno male che ci sei scena 1

Il forte legame che lega le due protagoniste di Meno male che ci sei

Okja - Scena del Film

Una bellissima scena di amicizia tratta dal film Okja

Il cast completo di Collateral Beauty

Un film profondo che affronta la vita in maniera simile a Meno male che ci sei